mercoledì 15 luglio 2015

New Club Elite - a Teramo il contratto non è valido

Dobbiamo segnalare, con molto piacere, un nuovo intervento di un giudice che ha considerato il contratto di acquisto del certificato New Club Elite nullo, liberando i consumatori dall'obbligo di versamento delle spese di gestione.

Il Tribunale di Teramo ha statuito l'invalidità del contratto di acquisto del diritto vacanza, dopo aver verificato le molteplici violazioni ivi contenuti all'interno del modulo fatto sottoscrivere ai consumatori.

Questi ultimi erano stati invitati nel solito incontro presso un albergo, e dopo aver sottoscritto un primo impegno nel primo appuntamento presso la struttura, avevano ricevuto i promotori presso la propria abitazione.

I promotori avevano incentivato l'acquisto del diritto vacanza, sostenendo che si trattava di un investimento, che gli acquirenti avrebbero potuto rivendere in qualsiasi momento.

I promotori affermavano, inoltre, che il diritto vacanza poteva essere utilizzato da parte di quattro persone (si trattava di una famiglia con due figli), in qualsiasi momento dell'anno.

In seguito, gli acquirenti ricevevano il certificato di iscrizione a New Club Elite, e solo lì comprendevano di aver acquistato un prodotto vacanza diverso da quello veicolato dalla società venditrice.

In particolare, i consumatori scoprivano che il certificato era valido solo per due persone, che non poteva essere utilizzato in tutte le località, che non poteva essere rivenduto a chiunque e che era necessario il consenso della struttura.

Orbene, il Tribunale di Teramo ha considerato invalido questo contratto di vendita, proprio per la carenza delle informazioni contenute al suo interno, in molti casi fuorvianti e non conformi alla realtà.

Il giudice, correttamente, ha valutato la condotta complessiva tenuta dai promotori della società venditrice, affermando che il contenuto del contratto, ed in particolare gli impegni contrattuali, derivano non solo da ciò che viene sottoscritto nel modulo contrattuale, ma anche da eventuali scritti aggiunti, e perfino da eventuali impegni verbali resi in sede di trattative.

Nel caso di specie, secondo il giudice troppi impegni/obblighi non erano coerenti e conformi a quanto in effetti venduto, configurando una genericità del contratto, tale da rendere nullo il contratto.

A nostro parere, basandoci sulla nostra esperienza, tutte le informazioni fuorvianti rese dai promotori possono anche influire nella volontà espressa dai consumatori, facendo credere loro di divenire titolari di un diritto facilmente rivendibile.

Questa volontà alterata, magari con affermazioni quali "questo certificato lo rivendete facilmente" influiscono in modo decisivo nella volontà espressa dal consumatore.

E il Tribunale di Teramo pare aver considerato, tra le righe, anche questo aspetto!

venerdì 10 luglio 2015

Acquisto certificato Directa Interpost - nullo il finanziamento per l'acquisto della multiproprietà

Il contratto di finanziamento deve descrivere in modo chiaro e trasparente il bene finanziato, al fine di consentire sia alla finanziaria, che al consumatore di poter controllare la validità del contratto.

Questo principio è stato ribadito dal Tribunale di Treviso nella sentenza resa contro la società Carifin e la Directa Interpost, ossia il promotore che ha venduto certificati vacanza, simili a multiproprietà, a numerosi consumatori del Triveneto.

Abbiamo già trattato la vicenda Directa Interpost (vedi), enfatizzando le gravi conseguenze contrattuali che hanno condotto il giudice trevigiano a dichiarare radicalmente nullo il contratto di acquisto del diritto vacanza realizzato da due consumatori trevigiani.

Con la medesima sentenza, il Tribunale di Treviso ha dichiarato nullo il contratto di finanziamento per violazione delle norme in materia bancaria previste ratione temporis all'atto della sottoscrizione del modulo di Carifin.

Dai documenti versati in atti risulta, infatti, che i consumatori avevano firmato il contratto di finanziamento, in assenza di una specifica descrizione del diritto vacanza oggetto di finanziamento, e destinato all'esclusivo acquisto del certificato vacanza di Directa Interpost.

Il giudice ha considerato nullo il finanziamento, ordinando alla banca di restituire tutti i soldi ai consumatori, affermando che "Questo tipo di mutuo, che è un contratto obbligatorio e non reale, vede la finalità dell'erogazione della somma inseriti nel sinallagma contrattuale e di conseguenza se viene meno il contratto per cui il mutuo è stato concesso, il mutuante è legittimato a chiedere la restituzione della somma mutuata non al mutuatario, che di essa non ha sostanzialmente beneficiato, ma direttamente ed esclusivamente al venditore che rispetto al mutuo appare terzo, ma che invece di esso direttamente beneficia".

Per tali ragioni, il Giudice del Tribunale di Treviso ha ordinato a Carifin di provvedere alla restituzione ai consumatori di tutte le somme versate a titolo di finanziamento.

Qui la sentenza.

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